Investimenti green allarme rosso, ecco tutti i rischi della transizione verso le fonti rinnovabili
Dopo il Covid-19 c’è un altro fattore che rischia di frenare le crescita dell’economia mondiale. Si tratta, nello specifico, della corsa al rialzo dei prezzi delle materie prime energetiche. Così come riportato dal sito https://www.finanziario.it/.
Le politiche energetiche orientate alle fonti rinnovabili e, di conseguenza, gli investimenti nell’economia verde rischiano infatti, clamorosamente e paradossalmente, di generare una crisi energetica su scala mondiale. Alimentata, tra l’altro, all’impennata dei prezzi dei permessi di emissione della CO2.
Allarme sui prezzi delle materie prime energetiche, ma la crisi globale non rientrerà presto
In Italia lo scotto è stato già pagato nel mese corrente con l’aumento delle bollette delle luce e del gas a carico delle famiglie e delle piccole imprese. Ma sono in tanti a scommettere che l’aumento dei prezzi delle materie prime energetiche su scala globale non rientrerà presto.
Potrebbero volerci, forse, almeno un paio d’anni durante i quali, proprio sull’approvvigionamento energetico, potrebbero innescarsi divisioni anche all’interno dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea.
Dagli investimenti nell’economia verde al ritorno del nostalgici del nucleare, conviene?
In altre parole, si va verso un inverno 2021-2022 caldo dal fronte dei prezzi, a partire da quelli del gas, ma molto rigido per quel che riguarda i possibili rischi di approvvigionamento.
Molti sostenitori delle politiche green, considerando l’attuale scenario, stanno addirittura ripensando al nucleare come una possibile soluzione per evitare che per l’industria energetica, a livello globale, si arrivi ad una sorta di anno zero.
Rispetto al passato, la tecnologia legata al nucleare, da parte di chi lo sostiene, è infatti definita al giorno d’oggi come pulita e sicura. Ed anche decisamente meno costosa. Ma a conti fatti nessuno vorrebbe una centrale nucleare non lontana dal proprio giardino.